Quando il sangue fatica a risalire dalla periferia, quindi dal sistema circolatorio periferico delle gambe fino alla pompa rappresentata dal cuore, si creano ristagni. Una condizione che può creare disagi e patologie piò o meno gravi, soprattutto se non curata e non trattata in modo opportuno. Infatti, quando si manifesta la lassità del tessuto venoso, quindi i vasi perdono di tonicità, quando le vene degli arti inferiori sono danneggiate o non funzionano in modo efficace, occorre intervenire prima che il disturbo divenenti cronico. Così, il liquido ematico che trasporta ossigeno e nutrimento ai tessuti del nostro organismo, compiendo un percorso che gli consente di riossigenarsi, viene ostacolato. Oltre alla formazione di vene varicose, si evidenziano ulcere. Le ulcere venose delle gambe, generalmente, si sviluppano sia all’interno, sia all’esterno delle gambe, direttamente sopra la caviglia. A causa della carenza di ossigeno la pelle diventa secca e la cute si rompe facilmente provocando dolore. Le ferite aperte o piaghe sono fonte di disagio, spesso invalidante perché l’area interessata, oltre a dolere, si gonfia e prude. Inoltre, la pelle attorno all’ulcera appare scolorita, inspessita e talvolta anche maleodorante a causa della secrezione che produce.
Come fare prevenzione
Infatti, per evitare che la problematica progredisca fino a diventare patologia cronica con ulcere difficili da curare, bisogna prevenire. Come detto in precedenza, le ulcere venose delle gambe sono generate dalla progressione di patologie venose e in particolare dell'insufficienza venosa cronica. A seguito di una lieve lesione, infatti, se esiste un problema di circolazione del sangue negli arti inferiori, si sviluppa un’infiammazione locale dei tessuti e, di conseguenza, può generarsi un’ulcera venosa nella gamba.
Come spiega il dott Giorgio Piazzalunga, Chirurgo Vascolare di Dietostudio di via San Rocco a Gallarate (Va): “L’utilizzo di calze elastiche a compressione graduata è fondamentale nella cura e nella prevenzione dell’insufficienza venosa cronica (IVC). Nella classificazione standard dell’ IVC la presenza di ulcera attiva rappresenta lo stadio ultimo della malattia CEAP6 quindi prevenirla assume un aspetto importante. Spesso mi trovo nelle condizioni di consigliare l’utilizzo di calze elastiche anche a giovani donne che presentano una particolare predisposizione all’insufficienza venosa manifestandosi con gonfiore e senso di stanchezza agli arti inferiori ma anche in presenza di ulcerazioni, di sicura natura venosa, oltre un dedicato ciclo di medicazioni, la compressione elastica aiuta esponenzialmente alla guarigione delle lesioni ed alla prevenzione delle recidive. Ricordo come sia importante il miglioramento della qualità di vita che si ottiene con gambe riposate, snelle, leggere. Ogni stadio della malattia venosa richiede un certo grado di compressione graduata che deve essere definita dallo Specialista che esporrà le ragioni del loro utilizzo cercando di vincere la resistenza del paziente all’uso di tali presidi”.
Si tratta di sistemi che offrono vantaggi specifici, a partire dalla facilità del loro utilizzo, senza dimenticare la comodità e la discrezione. Inoltre, le calze non causano ulteriore danno alla ferita. Ovviamente, vanno indossate e sfilate correttamente. Una volta che le ulcere sono guarite, è consigliabile continuare ad indossare le calze a compressione graduata anche più leggere allo scopo di prevenire la riapertura della lesione ed alla formazione di un’altra ulcera.